Mentre il settore del vino continua a disquisire sulla legittimità dei vini naturali, gli appassionati si disinteressano delle questioni tecniche e continuano a berli.
Da almeno dieci anni questi parte il consumo e l’interesse nei confronti dei vini prodotti da viticoltori che riducono al massimo gli interventi in vigneto ed in cantina non ha mai smesso di crescere, dettando una tendenza verso una viticoltura più “leggera” che sta influenzando tutto il settore.
La definizione di vino naturale è tanto vaga in termini formali, non esiste una legislazione ne a livello italiano né europeo, quanto precisa e condivisa da parte dei consumatori per cui vino naturale è quello prodotto seguendo il metodo naturale di cui esiste anche una definizione su wikipedia come “un vino che viene realizzato a partire da uve biologiche, mediante fermentazione spontanea del mosto, senza aggiunta di altre sostanze, fatta eventualmente eccezione per piccole quantità di anidride solforosa, vietando anche il ricorso a procedimenti invasivi.”
In un settore iper regolamentato, che ricerca il conforto delle norme il vino naturale si distingue anche per il forte rapporto fiduciario tra viticoltori e consumatori che condividono i principi di base della produzione del vino naturale, con limitate variazioni nei disciplinari delle diverse associazioni volontarie di produttori.
Potrà continuare questo scenario man mano che anche grandi realtà si avvicinano al vino naturale?
In attesa del riconoscimento del metodo naturale anche da parte degli enti ed istituzioni che governano il settore del vino, ci si potrà godere il fermento che caratterizza questo comparto del mondo del vino con la quarta edizione di Vini Selvaggi, organizzata a Roma i prossimi 10 e 11 marzo da Lorenzo Macinanti, titolare di Solovino Enoteca Naturale, Giulia Arimattei e Francesco Testa.
Una fiera indipendente che “Punta a raccogliere ogni anno i migliori produttori del vino naturale con l’intento di farli incontrare con importatori, ristoratori, albergatori, associazioni, stampa specializzata e tutto ciò che ruota attorno al mondo del vino. Non ultimo, il pubblico di appassionati è sempre benvenuto ai nostri eventi”, come spiega Giulia Arimattei.
Un duplice pubblico, operatori ed appassionati, che conferma l’allargamento del mercato dei vini naturali e la conseguente strutturazione della sua offerta, oltre il rapporto diretto vignaiolo consumatore.
Hanno confermato la propria presenza a Vini Selvaggi i distributori So2, Auro, Soif, Gitana, Dissociazioni Enologiche, Supernaturale, Tannarte, Natives, Wine Governo e That’s Wine.
Nello Spazio Novecento del quartiere EUR troveranno ad aspettarli 120 vignaioli provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Germania, Slovacchia, Polonia, Francia, Albania selezionati dagli organizzatori. Selezione che, come ricorda Francesco Testa, è stata fatta “Prediligendo solo quelle realtà che producono vini naturali attraverso il gesto agricolo, il lavoro della campagna, la custodia del paesaggio”.
Vini Selvaggi quest’anno diventa anche un momento di condivisione e discussione con la novità dei talk con i Presidenti delle associazioni “ViTe – Vignaioli e Territori” e “VAN – Vignaioli Artigiani Naturali” per sviluppare un percorso comune di condivisione su temi come l’agricoltura del futuro ed una produzione di vino che sappia avvicinarsi al gusto contemporaneo, senza allontanarsi da tradizione e territorio.
Secondo Lorenzo Macinanti, la crescita del mercato dei vini naturali porterà necessariamente ad una maggior regolamentazione: “oltre che alle esperienze italiane, credo sia interessante guardare all’esperienza del Sindacato per la difesa dei vini naturali fondato in Francia nel 2019 perché riunisce tutti gli attori della filiera e non solo i viticoltori e perché certifica i singoli vini e non l’azienda. In questo modo lascia ai produttori la flessibilità del metodo produttivo da adottare in annate particolarmente difficili dal punto di vista climatico senza dover ricorrere a deroghe va finiscono per complicare i disciplinari ed i controlli. Va poi ricordato come il Sindacato per la difesa dei vini naturali sia stato in grado di dialogare con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Inao – Istituto Nazionale dell’Origine e della Qualità per valutare l’applicazione del disciplinare all’interno dell’attuale sistema di regolamentazione del vino.”
Per la parte gastronomica di accompagnamento ai vini, confermata la collaborazione con Trapizzino di Stefano Callegari e Paul Pansera mentre i menu contemporanei ed innovativi di Ritmo (Monteverde) e Ruvido (Appio-Latino) offriranno uno sguardo sulla new wave delle enoteche con cucina della capitale.
Gli orari di apertura di vini Selvaggi sono dalle 12:00 alle 20:00 domenica 10 e lunedì 11 marzo.
Il prezzo del biglietto di ingresso è di 15€ per gli operatori horeca, mentre per gli appassionati è di 25€ per la singola giornata oppure 45€ per entrambe le giornate.
Tutte le informazioni su www.viniselvaggi.com