Il Barolo DOCG Albe 2020 entra quest’anno per la prima volta nella Top 10 by Wine Spectator, posizionandosi al nono posto.
Risultato di eccellenza assoluta per una cantina costantemente ai vertici qualitativi della denominazione, come dimostrano le 5 presenze dei vini aziendali nelle ultime 11 edizioni della “Top 100” della rivista americana.
Il nome Albe richiama i vigneti da cui nasce questo vino Si tratta infatti di un assemblaggio di diversi vigneti compresi tra 380 e 480 metri s.l.m. situati nel comune di Barolo e con esposizioni diverse da sud-est a sud-ovest. Le diverse esposizioni fanno si che percorrendo questi vigneti si possa godere ogni giorno della vista di tre albe.
In un periodo in cui si sta estremizzando la produzione dei vini da un singolo vigneto, il riconoscimento ricevuto da Albe valorizza la pratica tradizionale dell’assemblaggio.
Non a caso nella descrizione del vino, Wine Spectator sottolinea l’eleganza e la costanza qualitativa, un equilibrio che si può ottenere e mantenere proprio grazie all’impiego di uve provenienti da diversi vigneti.
“Quando iniziavo la mia avventura, i grandi Baroli nascevano sempre dall’unione di vigne diverse. Era il modo per raggiungere prima un’armonia e una finezza altrimenti difficili – sottolinea Aldo Vaira che con la moglie Milena ha dato vita all’azienda nel 1972 –. Così è per Albe, un vino che ci sta dando grandi soddisfazioni. Lo splendido risultato raggiunto nella classifica di Wine Spectator è il frutto di tante persone che lavorano con G.D. Vajra: il team di vigna, di cantina, dell’ospitalità, per ogni gesto e ogni dettaglio, anche il più nascosto, curato con amore”.
Dal punto di vista agronomico l’annata 2020 è stata probabilmente una delle più lunghe del decennio. Iniziata con un germogliamento anticipato, il ciclo vegetativo è rallentato durante la primavera e l’estate per poi concludersi con un raccolto tardivo.
Un’abbondante fioritura poco prima di metà maggio ha posto le basi per vini profumati, aerei e dominati dai toni rossi. Le numerose piogge durante l’estate hanno determinato un’allegagione meno regolare con molto più lavoro nei vigneti, ma anche temperature più miti, portando a un ciclo vegetativo stimato di 213 giorni.
Le uve per il Barolo Albe sono state raccolte nella prima metà di ottobre, selezionandole manualmente per tre volte: direttamente dalla vite, come grappoli interi ai tavoli di selezione, acino per acino dopo la diraspatura.
La vinificazione è avvenuta in tini troncoconici, con follature gentili e rimontaggi, per circa 30-50 giorni. L’affinamento è stato fatto per 26 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia da 40, 50 e 75 ettolitri.
Bruce Sanderson – senior editor di Wine Spectator descrive così il Barolo DOCG Albe 2020: “Questo rosso caldo presenta sapori di ciliegia, lampone, rosa, ferro, ginepro e fieno, sottolineati da una vibrante acidità. La struttura è armoniosa e morbida, con un lungo retrogusto di frutti rossi, elementi minerali e floreali. Ideale dal 2028 fino al 2049”.
Uno stile che rappresenta una scelta enologica precisa da parte della cantina. Il progetto Albe infatti è nato in G.D. Vajra 21 anni fa, per offrire alla ristorazione una valida alternativa nella scelta del Barolo da inserire in carta.
“Avevamo due sogni quando lo abbiamo creato – dichiara Giuseppe Vaira –, riuscire a portare il Barolo sulla tavola degli amanti del buon vino ogni giorno ed essere il primo Barolo per tutti quei giovani che, nel calice e dal calice, attendono poesia, gusto e stupore. Albeunisce in sé la qualità e la cura che mettiamo in ogni vino alla bevibilità tipica dei Baroli più classici, così da permettere a tutti il piacere di consumarlo anche al ristorante”.