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COLLAVINI – MOSCHINO, CONTINUA LA PARTNERSHIP CON LO SPUMANTE “IL GRIGIO”.

Lorenzo Biscontin

Food, Fashion e Furniture sono le 3F che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo. Qualcuno aggiunge anche quella di Ferrari, oppure di Fabricated Machinery se non siete appassionati di motori.

Periodicamente anche nel settore del vino si parla dell’opportunità di fare squadra con gli altri settori del sistema Italia, per sfruttare le sinergie tra le proposte del Made in Italy.

Visione sicuramente corretta e condivisa anche a livello istituzionale, che però ha trovato realizzazione solo in sporadiche occasioni.

Fa quindi piacere la notizia che la cantina Collavini di Corno di Rosazzo (Udine) ha rinnovato la collaborazione iniziata un anno fa con il brand Moschino.

Durante gli eventi che Moschino organizzerà a dicembre nei flagship stores di Londra, Roma New York, Milano e Parigi per presentare la nuova collezione ai suoi clienti più importanti, verrà servito lo spumante “Il Grigio”, prodotto emblematico della cantina friulana.

Il proseguimento di questa collaborazione indica l’affinità che si è consolidata tra i due marchi. D’altra parte se Moschino è uno dei marchi che ha rivoluzionato la moda negli ultimi quarant’anni per le sue scelte iconoclaste, “Il Grigio” è uno spumante che innovato il settore degli spumanti in Friuli ed in Italia.

Si tratta infatti del primo spumante prodotto con una cuvéè di Pinot Grigio e Chardonnay, presentato sul mercato al Vinitaly del 1973. Rappresenta quindi una delle sfaccettature del fenomeno Pinot Grigio dal nord est d’Italia che in oltre sessant’anni è diventato il sinonimo di vino bianco italiano sul mercato mondiale.

Competenza enologica ed indole innovativa che Collavini ha confermato quindici anni dopo con la prima spumantizzazione della Ribolla Gialla in purezza.

Per Collavini la collaborazione con Moschino è la tappa di un percorso che ha sempre puntato a collocare i vini in situazioni ed ambienti di prestigio, così da sottolinearne la qualità intrinseca e valorizzarne il marchio.

Prima di arrivare nelle boutique di Moschino, Il Grigio è stato apprezzato dall’attuale Re Carlo III d’Inghilterra ai tempi in cui era Principe di Galles, dai rappresentanti storici del cabaret milanese, ovvero Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni, Teo Teocoli, Enzo Jannacci, ed è stato servito cme calice di benvenuto ai passeggeri di Alitalia ed Air Canada.

Il “caso” Collavini ci insegna tre cose:

  • Che per posizionare un (marchio di) vino nella fascia medio-alta del mercato, la qualità intrinseca del vino è la condizione di partenza, ma solo uno degli elementi. Potremmo dire che è la condizione necessaria, ma non sufficiente.
  • Che avere una strategia chiara e completa, che riguarda tutti gli aspetti del business, dall’utilizzo delle autoclavi orizzontali, alla lunga permanenza sui lieviti, fino alla comunicazione, permette di anche ad una media cantina famigliare di dialogare con i grandi marchi del Made In Italy.
  • Che nel settore del vino non si deve necessariamente operare solamente all’interno delle iniziative istituzionali in una logica top-down ma è possibile agire efficacemente anche da parte delle singole cantine con un approccio bottom-up.
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