4 agosto 2022
(di Carlo Rossi) Circa 4 milioni di litri, + 50%, di vino Susumaniello annata 2021, nelle versioni igt, Puglia Rosato, Rosso, Salento Rosato, Salento Rosso (quest’ultima versione la più gettonata), hanno raggiunto le tavole del mondo dalla “sitibonda” Puglia, una scommessa vinta dal mondo dell’enologa di qualità. Il Susumaniello, emerge come uno dei vini più apprezzati non solo in Italia ma anche all’estero. E i numeri confermano le sensazioni di un boom inaspettato.
Racconta Massimiliano Apolloni che, oltre ad essere produttore, enologo, è anche Presidente Movimento Turismo del Vino in Puglia «C’è entusiasmo. Il grande successo del Susumaniello va ricercato principalmente nella sua versatilità e disponibilità a rallegrare tavole di pesce e di mare, perché se è vero che nasce come grande rosso dal colore quasi violaceo (per la grande quantità di antociani presenti) ma trova forse il suo posizionamento ideale nel rosato moderno, cavalcando l’onda inarrestabile che sta incontrando questa tipologia di vino. Un successo che si riverbera anche sulla versione spumante, dove intensi profumi di frutta di bosco incontrano note salmastre e mediterranee. Lucentezza, vivacità, lunga beva sono le sue caratteristiche».
Come sono lontani i tempi in cui il Susumaniello era ritenuto un vitigno paga-debiti che abbisognava appunto di un somarello per poter caricare tutta l’uva che produceva. Per dimostrarne la versatilità abbiamo assaggiato quattro tipolgie di Susumaniello, un blend, un rosa, un rosso e lo spumante, provenienti da quattro realtà pugliesi distinte che possono rappresentare una interessante proposta per cene estive tra amici, vini che si combinano perfettamente con cibi di mare e di montagna. Cominciamo, in ordine d’arrivo in redazione , col Susumaniello Primitivo che fa Stefano Sgarzi , Cantine Luigi Sgarzi, con Fabio Mecca che affianca il team degli enologi, con sede a Castel San Pietro Terme ma importanti proprietà anche in tutta Italia ed in Puglia in particolare.
Il suo SL Primitivo Susumaniello IGT Salento (blend ), annata 2019, ha ottenuto, per il secondo anno consecutivo, la medaglia d’oro al Concorso Internazionale Mundus Vini – edizione 2020. Ventimila le bottiglie prodotte per questo IGT che si rivolge ai mercati esteri “Le uve Primitivo e Susumaniello provengono dai nostri vigneti in Salento. La fermentazione avviene a temperatura controllata di 25-28°C per un periodo di 10 giorni. Il colore è rosso rubino profondo, mentre l’aroma è ampio e opulento con intensi profumi di marmellata di more. Corposo con tannini vellutati e una struttura importante, finale lunghissimo.”
Dalle Tenute Viglione il Morso, Rosso Susumaniello Puglia IGP Bio Puglia IGP 2021 che si presenta all’esame visivo con un colore rosso rubino carico. La buona struttura alcolica è rilevabile dagli archetti stretti e lacrime lente che scendono lungo le pareti del bicchiere. All’esame olfattivo si percepiscono sentori caratteristici che ricordano frutti rossi, tra cui spicca la prugna. Note erbacee per questo vino di buona struttura alcolica rilevabile dagli archetti stretti e a lacrime lente che scendono lungo le pareti del bicchiere. Al palato è complesso, fresco e piacevolmente tannico. In generale, il vino può essere definito armonico ed equilibrato con buona persistenza e finale lungo con un sottofondo di speziato completano il bouquet. Basto Susumaniello Tenuta Viglione 2019, viene affinato 30% in barrique per 6 mesi. All’esame visivo si presenta con un colore rosso rubino. Al naso presenta un profumo di piccoli frutti di bosco e sentori di pietra lavica. Al palato è fresco, erbaceo, equilibratamente tannico.
A conclusione del polittico salentino, i nobili vini del Salento di Apollonio 1870, oggi esporta in oltre 30 diversi Paesi del mondo, e che propone il Rosato di Susumaniello Elfo, e la nuova linea 150, nata nel 2020 per festeggiare i 150 anni di vita di una delle più importanti cantine del Salento, Apollonio appunto e un accattivante spumante rosé, con un bel colore rosso aragosta, che si esalta di punte di fiori e frutti a bacca rossa, gradevole, di buona struttura, e di sicura soddisfazione. In provincia di Brindisi, a San Pietro Vernotico, di proprietà della famiglia Giorgiani, si trovano le Cantine Santa Barbara. Da tre generazioni la famiglia è impegnata nella coltivazione dei vigneti e nella commercializzazione dei propri vini. L’enologo Pietro, ora coadiuvato dalle figlie Maria Rosaria e Marcella, ha sempre creduto alla tradizione e al territorio, puntando essenzialmente ai vitigni autoctoni di Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo; poi, a fine anni ‘90 è stato il protagonista, per primo sul territorio, del recupero del Susumaniello.
Il ritrovamento del vitigno di Susumaniello non è stato facile e ancora più complesso il percorso di vinificazione. Le piante si trovavano in un appezzamento trovato in agro di Brindisi, dov’era allevato assieme a filari di Negroamaro e Malvasia Nera. Inizialmente Pietro ha provveduto ad impiantarlo e a sperimentarne la vinificazione. Dal 1998, ha avviato, la vinificazione col blend vendemmiale che derivava dalle uve provenienti direttamente dall’apprezzamento, ovvero il 60% di Susumaniello, il 20% di Negroamaro e il 20% di Malvasia Nera, non trascurando di verificarne un possibile recupero in purezza. D
al lavoro sul blend è nato il Sumanero, acronimo delle varietà dei tre vitigni, il cui primo imbottigliamento risale all’anno 2001 con annata di vinificazione del 2000, mentre il Susumaniello in purezza è stato prodotto col nome “Capirussu Susumaniello”, nel 2017 , con annata di vinificazione del 2016. “Possiamo con orgoglio e soddisfazione vantare di essere stata la prima azienda a credere alla recente rivalutazione del Susumaniello, provvedendo alla vinificazione e alla commercializzazione del vitigno autoctono più rappresentativo del territorio” dice Maria Rosaria . Dal 2020 l’enologo Pietro Giorgiani viene affiancato dall’enologo Fabio Mecca, che col suo valido impegno ha contribuito a dare l’indispensabile tocco di modernità alla produzione attuale.