25 marzo 2022
(di Elisabetta Tosi) Cinque generazioni cresciute tra i vigneti: dal 1881 – anno in cui l’azienda venne fondata dal nobile Pietro Serena – ai giorni nostri, quella della famiglia Serena è una storia veneta di successo di una imprenditoria che ha fatto del suo legame con la vite e la sua terra – in questo caso la Marca trevigiana – il suo principale punto di forza e di distinzione. In oltre un secolo i Serena sono riusciti a diventare una delle più importanti realtà del Prosecco, leader in Italia nel mercato HoReCa e presente in circa 50 paesi sparsi nel mondo.
A Luca Serena, oggi alla guida dell’azienda di famiglia, abbiamo chiesto come gli appare adesso il mercato del vino, dopo gli stravolgimenti dovuti al Covid.
“Questi due anni hanno portato grandi cambiamenti nel nostro settore – dice – Le chiusure e le restrizioni imposte hanno portato a un crollo della domanda Horeca e a un cambiamento nelle abitudini dei consumatori. Il 2020 ha visto per tutto il comparto una perdita di fatturato, che è stata però appianata, almeno in parte, nel 2021. Dopo due anni di pandemia il mercato è ripartito, ma la guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia sono sfide importanti che vanno affrontate subito”.
Trova che anche i consumatori siano cambiati, nel frattempo?
“Sì, il mercato italiano è cambiato in questo periodo. Il consumo casalingo infatti è cresciuto notevolmente durante la pandemia, con una spesa media maggiore per consumatore. Gli incrementi più importanti in termini di volumi sono stati nella GDO e nell’online e continua la tendenza di un consumo più consapevole e attento. La qualità del prodotto insomma sta diventando sempre più importante nelle scelte di acquisto”.
E’ sempre forte anche la richiesta di vini da vitigni autoctoni, vini biologici e vini spumanti o qualcosa sta rallentando?
“E’ sempre alta l’attenzione dei consumatori per quello che bevono e con essa aumenta anche l’importanza attribuita alla sostenibilità ambientale. Vini biologici, biodinamici e vegani la fanno da padroni, le loro quote di mercato sono in crescita. Anche gli spumanti però si confermano fra i prodotti più apprezzati, mantenendo la loro crescita annua anche dopo la pandemia”.
Dopo due anni di fermo, finalmente ricominciano anche le grandi kermesse del vino: cosa significa per voi tornare a Vinitaly?
“Quest’anno per noi Vinitaly sarà la fiera più importante, dove presenteremo tanti nuovi progetti e dove ci aspettiamo di consolidare la nostra posizione di azienda leader sul mercato. Abbiamo confermato la presenza di moltissimi buyer, sia italiani che esteri, e la visita di alcune personalità importanti. Lanceremo anche un progetto in collaborazione con Obiettivo3, associazione di Alex Zanardi, per promuovere lo sport e i suoi benefici a tutti i livelli”.
Dalle fiere reali a quelle virtuali. Pensa che il mondo del vino sia pronto a entrare nel mondo digitale?
“Il digitale è ormai parte della quotidianità delle persone. Online e offline devono seguire una strada comune per aumentare brand reputation e vendite. Come ho detto prima, le vendite sui canali digitali sono aumentate notevolmente durante gli ultimi due anni. Anche l’attenzione al mondo digital e social ha avuto un notevole incremento. Ecco che in questo contesto, garantirsi una corretta visibilità nel mondo digitale diviene fondamentale; le fiere reali finiscono così per integrarsi con quelle virtuali”
Cosa pensate potrà darvi la presenza della vostra azienda all’iniziativa di Vinophila?
“Vinophila è un’occasione per innovare e cambiare le classiche dinamiche degli eventi fieristici del nostro settore. Il concetto di metaverso è ormai entrato nell’immaginario dei più e con esso le opportunità che ne derivano. Confidiamo molto nella visibilità che ci può dare questo evento essendo aperto a tutti e tutto l’anno”.
