Lorenzo Biscontin
Dal 1 febbraio Santa Margherita Gruppo Vinicolo è diventato “HERITA MARZOTTO WINE ESTATES”.
Non si tratta una semplice formalità ma di un cambiamento che manifesta i mutamenti avvenuti negli anni nella struttura e dimensione di questo gruppo vinicolo e la sua visione futura.
All’inizio, novant’anni fa, fu il vino Zignago prodotto da Cantine S.F.A.I., sigla che stava per Società Fondiaria Agricolo Industriale, l’innovativo polo agro-alimentare fondato da Gaetano Marzotto nella tenuta di 1.500 ettari localizzati tra Fossalta di Portogruaro ed il mare Adriatico, tra le foci dei fiumi Tagliamento a nord e del Lemene a sud.
Poi con lo sviluppo del nucleo urbano-industriale di Villanova Santa Margherita, “Santa Margherita di Portogruaro” venne aggiunto in etichetta.
Seguendo l’ulteriore sviluppo dell’azienda si rendeva necessario rafforzarne l’identità dando vita a “Tenuta Santa Margherita”, staccandosi così dalle altre produzioni alimentari del gruppo Zignago.
Arriviamo così alla fine del secolo scorso, quando Santa Margherita si espande oltre il suo nucleo originario grazie ad acquisizioni di tenute e cantine lungo tutta la penisola. Santa Margherita non è più quindi solamente il nome della cantina principale, ma diventa anche il riferimento per indicare Santa Margherita Gruppo Vinicolo.
La crescita però continua e continuano le acquisizioni in Italia e negli Stati Uniti. Oramai il nome storico “Santa Margherita”, per quanto importante, non è più in grado di rappresentare una realtà così ampia e articolata e si arriva così a “HERITA MARZOTTO WINE ESTATES”.
Le storie non sono mai così lineari come si raccontano e quindi per comprendere la lunga strada percorsa in questi novant’anni è bene ricordare le 10 cantine che oggi costituiscono “HERITA MARZOTTO WINE ESTATES”:
- Santa Margherita;
- Torresella;
- Kettmeir;
- Ca’ del Bosco;
- Cà Maiol;
- Lamole di Lamole;
- Vistarenni;
- Tenuta Sassoregale;
- Cantina Mesa;
- Roco Winery
Complessivamente 760 ettari in alcuni dei territori più celebri dell’enologia italiana: Veneto Orientale, Conegliano-Valdobbiadene, Trentino-Alto Adige, Lugana, Franciacorta, Chianti Classico, Maremma e Sardegna. A questi si aggiungono oltre 40 ettari nella Willamette Valley in Oregon.
Per quelli a cui piacciono i numeri stiamo parlando di 255,3 milioni di euro di fatturato nel 2023 con una quota export del 72% realizzata in oltre 90 Paesi, 425 dipendenti e 405,5 milioni di euro di investimenti negli ultimi vent’anni.
Cosa ha unito e guidato lo sviluppo che ha portato “HERITA MARZOTTO WINE ESTATES” ad essere protagonista nel panorama viti-vinicolo mondiale?
Innanzitutto una illuminata gestione familiare che permette di realizzare strategie di lungo periodo. Il gruppo infatti è ancora di proprietà dei nipoti del Fondatore: i quattro fratelli Gaetano, Stefano, Luca e Nicolò Marzotto, rispettivamente Presidente, Vice Presidente e membri del Consiglio di Amministrazione della Società.
Una visione di imprenditoria famigliare che caratterizza anche le aziende acquisite nel corso degli anni e dalla quale deriva la scelta di privilegiare in ogni contesto i fornitori di prossimità per rendere le cantine parte sostanziale dalla comunità in cui operano.
L’altro fil rouge che unisce le cantine del gruppo è la dinamicità e l’orientamento all’innovazione. Esempi di questa visione sono la spumantizzazione della glera proveniente dalle colline di Valdobbiadene nel 1952, ancora prima che esistessero le denominazioni del Prosecco, la creazione dello stile italiano Pinot Grigio, divenuto l’emblema del vino bianco italiano nel mondo, il pionerismo nel ricercare l’eccellenza del metodo classico in Franciacorta ed in Alto Adige, la valorizzazione dei vitigni autoctoni in Veneto, Toscana e Sardegna.
Infine una cifra stilistica dei vini che in ogni territorio ha sempre cercato di esprimere l’eleganza piuttosto che la potenza.
“HER ITA” è un nome duttile. Contiene un pezzo di “Santa Margherita”, quindi un pezzo di storia, richiama all’”heritage” inglese, termine più che mai appropriato per un gruppo che oramai si muove a livello internazionale ed in cui si sta affacciando la quarta generazione della famiglia Marzotto.
Io però lo leggo anche staccato “HER ITA”, LEI ITA, diminutivo di Margherita ma anche di Italia.
Ci vedo così un augurio perché “HERITA MARZOTTO WINE ESTATES” continui rappresentare l’Italian way of wine per i prossimi novant’anni, almeno.
Stando alle parole di Gaetano Marzotto, non c’è da dubitarne. «È motivo di grande orgoglio per me e i miei fratelli – commenta Gaetano Marzotto, nipote del fondatore e Presidente di HERITA MARZOTTO WINE ESTATES – poter celebrare i novant’anni dall’avvio di quell’incredibile sogno che fu lo sbarco nell’agroalimentare compiuto da nostro nonno. Non è riduttivo dire che dove c’era un tempo un latifondo condotto a mezzadria, è prosperata una realtà che ha fatto la storia del vino italiano e che ancora oggi continua ad investire e a crescere. Orgoglio e, naturalmente, grande responsabilità per tutta la nostra famiglia, compresa la nuova generazione in azienda, che crede fortemente in questo progetto e che si pone ulteriori ambizioni traguardi per gli anni a venire».