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PIETRO RUSSO È IL TERZO MASTER OF WINE ITALIANO

Si allarga la squadra dei Master of Wines italiani, Pietro Russo, enologo siciliano ha infatti discusso con successo la tesi prevista alla conclusione della terza fase del percorso previsto dall’Institute of Master of Wine per l’ottenimento del prestigioso titolo.

Una tesi di stretta attualità enologica che ha riguardato l’analisi compara delle diverse tecniche di stabilizzazione tartarica, includendo l’impatto delle nuove norme sull’etichettature, per i vini siciliani Grillo e Nero d’Avola. Vini di cui Russo ha grande conoscenza essendo dal 2010 l’enologo di Donnafugata.

“Donnafugata è una palestra incredibile, dove quotidianamente ci si confronta con stimoli ed esigenze sempre nuove e dove una vendemmia vale per quattro. Sono felice di aver contribuito al consolidamento qualitativo dei vini aziendali e di aver partecipato attivamente alla nascita e allo sviluppo stilistico dei vini delle tenute dell’Etna e di Vittoria. La famiglia Rallo, alla quale sono riconoscente, mi ha dato la possibilità di continuare il percorso di studi e di lavorare quotidianamente a progetti ambiziosi e innovativi. Ritengo di avere una spiccata sensibilità nel percepire le potenzialità qualitative di un territorio e di adottare un approccio tecnico coerente e rispettoso per poterne rivelare le caratteristiche peculiari.”

Donnafugata è stato l’approdo di un percorso professionale iniziato con la laurea triennale in Enologia e Viticoltura a Conegliano e proseguito ad Asti per la laurea specialistica. Da lì le permanenze all’estero con gli studi a Montepellier e Bordeaux e le esperienze lavorative in Languedoc, Sicilia, Spagna, Bordeaux, Toscana e Nuova Zelanda.

L’Institute of Masters of Wine è un’organizzazione fondata nel 1953, i cui membri sono i Masters of Wine. La missione è promuovere l’eccellenza, la condivisione e la conoscenza tra i diversi settori della comunità globale del vino. I Masters of Wine dimostrano la loro conoscenza di tutti gli aspetti del vino superando l’esame finale, riconosciuto a livello mondiale per il rigore e gli standard esigenti. La prova prevede una serie di papers teorici e degustazioni alla cieca, oltre a un progetto di ricerca individuale che possa contribuire alla comprensione del mondo del vino.

La serietà, il rigore e l’estesa articolazione del piano di studi, che prevede il superamento di tre distinti livelli, l’hanno reso l’ambizione più alta per i professionisti del vino di tutto il mondo.

“Il corso di studi mi ha arricchito non solo dal punto di vista delle conoscenze acquisite e del network, ma mi ha anche dato la possibilità di apprendere un metodo di lavoro rigoroso ed efficace, fondamentale per fare una sintesi delle mie competenze e per comprendere e comunicare un vino con lo scopo di posizionarlo in un contesto qualitativo e commerciale. È stato un percorso di studi difficilissimo e al contempo ricco di soddisfazioni: mi piace pensare che questo sia solo il punto di partenza per numerose altre sfide professionali”

Con Russo la squadra italiana dei Master of Wine non si allarga solo in termini numerici, ma anche come spettro di competenze a rappresentatività geografica. Prima di lui infatti hanno ottenuto il diploma Gabriele Gorelli, toscano con formazione di sommelier e degustatore, ed Andrea Lonardi, agronomo di formazione e COO della cantina veronese Bertani.

E parlare di squadra non è un modo di dire, visto che insieme hanno redatto il capitolo italiano della Sotheby’s Wine Encyclopedia, riconosciuta come la bibbia del vino mondiale.

Abbiamo colto l’occasione della proclamazione per chiedere al nuovo Master of Wine le due domande che rivolgeremo agli opinion leaders ed operatori ai prossimi ProWein e Vinitaly per cercare di delineare il futuro del settore.

Qual è oggi la più grande minaccia per il vino?

“Al netto del calo dei consumi e del periodo difficile, quello che mi sembra più pericoloso sono gli attacchi continui ed ingiustificati al sistema vino da parte delle lobby salutistiche che spingono per il consumo zero, rivendicando gli aspetti negativi dell’alcol. Il vino è cultura, territorio, arte, proprio per questo dobbiamo reagire a tali provocazioni con decisione e facendo sistema insieme agli altri paesi produttori, non solo come comparto enologico. Si deve lavorare chiaramente sul concetto di consumo moderato e di dieta mediterranea, i valori cardine della nostra cultura alimentare.”

… e la più grande opportunità?

“Di opportunità in questo momento storico difficile ce ne sono parecchie, ma solo se si ha la voglia di accettare i cambiamenti. Penso all’enoturismo come risorsa incredibile per appassionare consumatori e creare dei brand ambassador, volano del vino italiano nel mondo. Inoltre, anche se non credo nell’alternativa vino senza alcol al calo di consumi, queste bevande potrebbero assorbire parzialmente i volumi in eccesso del nostro comparto produttivo. Occorre però fare attenzione a restituire il giusto valore e reddito a tutti gli operatori del settore, compresi i viticoltori, altrimenti il sistema non sarà sostenibile nel lungo periodo.”

A Pietro Russo le nostre congratulazioni e … ad maiora!

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