09 febbraio 2022
(di Redazione) Le vendite del vino italiani recuperano sul 2020 un +5%, ma non raggiungono il dato del 2019. Per gli spumanti italiani la crescita è stata del 12%: i numeri segnano 205/208 milioni di bottiglie di origine nazionale (cui aggiungere 6 milioni di bottiglie estere in crescita rispetto al 2020) realmente stappate nell’anno, pari a una spesa di circa 1,430 mld/euro, con un prezzo medio a bottiglia sul mercato di 6,8 euro.
Il consumo domestico, cresciuto, si è attestato sul 61% del totale. Il fatturato al consumo è stato inferiore al 2019, ma superiore al 2020, con leggero calo del prezzo medio della bottiglia al consumo causa blocchi dell’horeca, pubblico e del turismo. Molto bene il Prosecco Doc e le due Docg (Conegliano-Valdobbiadene ed Asolo), Franciacorta e Alta Langa, stabili le quote e posizioni di TrentoDoc ed Alto Adige; bene le etichette regionali di vitigno e di DO-IGP provinciali, soprattutto nelle regioni del sud Italia. La tendenza è stata quella di preferire i marchi più rinomati, le tipologie millesimate e tendenti al secco.
I numeri dei consumi nei paesi esteri segnano un trend fortemente in crescita: 620/628 milioni le bottiglie consumate in un anno all’estero, con punte eccezionali come oltre 130 milioni negli Usa, i 17 milioni in Svizzera, gli oltre 100 milioni in UK. In Francia volano sempre più bollicine italiane superando i 21 milioni, per la prima volta in Cina siamo a quasi 9 milioni di bottiglie, la Russia ha preso grande slancio nella seconda metà dell’anno registrando un +19% in volumi consumati.
I più grandi consumatori di bollicine tricolori si confermano gli Usa dopo anni di leadership dei britannici, che si confermano appassionati di bollicine. Il Prosecco Doc è leader UE nel consumo fuori UE. Alla dogana i vini spumanti fanno segnare un valore globale di 1,9 miliardi di euro (sui 6,9 totali) con una crescita del 29% sul dato 2020. Record anche nel giro d’affari al consumo: per la prima volta il valore sulle tavole mondiali supera i 6,8 miliardi di euro, con un prezzo di acquisto medio a bottiglia intorno a 11 euro.
Vini spumanti tricolori davanti a tutti: primi in Europa, primi nella esportazione extraUE, con incrementi dal 40% al 15%, nell’ordine in Usa, in Germania, in Canada, in Regno Unito, bene anche in Russia e Estremo Oriente. Molto bene in Francia (+16%), ripresa in Svizzera (+11%), Canada (+15%) e Giappone con crescita del prezzo alla vendita molto significativi.
Sottolinea Giampietro Comolli, presidente dell’Osservatorio spumanti-Osve, struttura indipendente fondata nel 1991 all’Università Cattolica di Piacenza: «Per la prima volta nel 2021 i valori unitari di uno spumante italiano all’estero crescono di più, anno su anno, che i volumi: questi ultimi registrano un + 9,22% contro un +10,80%. Un segnale da studiare. Oltre i numeri, i consumi di vino e spumanti nel 2021 forniscono due domande: come mantenere il trend positivo all’estero, come sostenere il consumo interno che è diventato più piacere e soddisfazione, quindi occorre molta più attenzione al contesto e contenuto che al solo sviluppo commerciale. Un errore facile per chi vede solo volumi e fatturato come fattore di impresa».
Conclude Comolli: «E’ assodato che e-commerce, consumi domestici saranno fondamentali, ma la differenza sarà data dal life-telling del vino e dalla formazione e conoscenza ambientale e dagli usi costumi che si stanno evolvendo in tutti i paesi, sia quelli maturi e quelli neofiti. Il contenuto “diffuso” del vino e spumanti farà la differenza anche verso “spasmi salutistici” e il servizio connesso, compreso quello attivato in horeca, determinerà il successo e il trend. Su questo le grandi regioni del vino si stanno muovendo, dal Cile all’Australia, dalla Champagne alla Napa Valley. La disponibilità di corrette informazioni sarà strettamente legata alla spesa individuale e collettiva».