Dal 17 al 19 ottobre si è tenuto a Verona il Vinitaly Special Edition, un’edizione particolare e fuori stagione del Vinitaly dopo la cancellazione dei classici appuntamenti di aprile sia nel 2020 che nel 2021.
Un Vinitaly in formato ridotto, 3 padiglioni e 400 cantine presenti rispetto alle oltre 3.000 delle edizioni normali, a cui erano presenti solamente gli operatori principali e quindi focalizzato strettamente al business.
Molto diverso quindi dalla grande festa del vino italiano a cui siamo abituati, che ha permesso però di fare il punto sul settore dopo questi due anni di pandemia.
Da quello che si è visto e sentito a Verona, nel vino italiano prevale l’ottimismo.
Anche durante i lockdown i consumi di vino hanno tenuto sia in Italia che all’estero e la perdita di fatturato si è limitata intorno al -2,5%. Infatti, a fronte della chiusura di bar e ristoranti, sono aumentati i consumi in casa, sia per il ritorno a pranzi e cene più strutturate al posto della “snackizzazione” diffusasi negli ultimi anni, sia perché il vino rimane una gratificazione semplice da fare, ma di grande piacere.
Queste le tendenze principali che si sono viste al Vinitaly Special Edition.
La ripresa dei consumi di vino è solida e c’è voglia di novità.
L’uscita dal periodo più grave della pandemia ha portato in tutti noi la voglia di recuperare quello che abbiamo perso durante i lockdown o quando comunque le attività erano limitate.
Il vino non fa eccezione: alle vendite nei supermercati, che continuano a crescere, si sono aggiunte quelle di bar e ristoranti che lavorano più di prima.
Si notava dal buon afflusso di visitatori rappresentati da buyers, soprattutto esteri, ed operatori italiani del settore ho.re.ca.
Questa voglia di ripartenza influisce anche sulle tipologie di vini ricercate: mentre durante la pandemia il mercato si è orientato sui vini storici e conosciuti che portavano un elemento di sicurezza in un mondo sottosopra, adesso gli operatori sono alla ricerca soprattutto di qualcosa di nuovo e diverso. Quasi un modo per lasciarsi alle spalle il recente passato.
Il biologico continua a crescere e si consolida come un segmento sempre più rilevante.
Malgrado quello di quest’anno fosse un Vinitaly in miniatura, c’era comunque un’area dedicata esclusivamente alle cantine che producono vini biologici. E, in proporzione, era un’area bella grande.
La dimostrazione che il vino biologico non è più una nicchia limitata a pochi appassionati iper-ecologisti, ma una delle tendenze che stanno definendo il futuro della viti-vinicoltura italiana.
L’Italia è già il paese produttore con la maggior superfice di vigneto coltivato secondo le regole dell’agricoltura biologica e questa continuerà sicuramente a crescere poiché sempre più aziende si stanno convertendo. Non si tratta solo di piccoli viticoltori, da cui questo movimento è nato, ma anche di grandi cantine, sia private che cooperative.
Una crescita che trae spunto dalla crescente sensibilità ambientale delle persone, ma si alimenta con il costante miglioramento qualitativo dei vini biologici dal punto di vista organolettico grazie all’esperienza acquisita da agronomi ed enologi nel corso dell’ultimo decennio.
Nel futuro del vino ci sarà sempre di più anche la mixability.
Significativo che al Vinitaly Special Edition ci fosse un’area dedicata a cocktails e long drinks.
Una risposta ad una tendenza nata dal basso, ossia dai consumatori, che stanno utilizzando sempre più spesso il vino miscelandolo con altre bevande. Perché il vino è prima di tutto un piacere e le persone, soprattutto i giovani tra i 20 e 30 anni, si fanno guidare soprattutto dai propri gusti, senza chiedersi troppo cosa è appropriato e cosa no.
Per l’Italia e la Spagna non è una novità, se pensiamo ad esempio allo spritz e alla sangria. La cosa interessante è come questa moda si stia diffondendo anche in altri Paesi, USA e Regno Unito in primis.
Si consoliderà in una tendenza? Oggi è presto per dirlo. Intanto il Consorzio dell’Asti e del Prosecco Superiore di Asolo DOCG stanno realizzando collaborazioni con famosi bartender per la creazione di nuovi long drinks con le loro bollicine.